Mafia-politica, torna la stagione dei veleni
L'Italia è una repubblica fondata sulle stragi?
Ricordate quando, nell'estate, u' Scazzamurrill' pubblicò l'intervento in cui Marco Travaglio prevedeva un autunno caldissimo sul fronte delle inchieste sulla mafia, che ci sarebbero state probabilmente svolte sconcertanti? Ebbene, sta succedendo.
E' di ieri la notizia che il pentito Gaspare Spatuzza ha accusato il presidente del Senato Renato Schifani d'aver incontrato il boss mafioso Filippo Graviano, all'inizio degli anni '90. Oggi troverete la notizia di una lettera di minacce di morte a Schifani, in cui se la leggete ci sono elementi chiari che fanno pensare a un avvertimento mafioso, a un messaggio a chi può capire.
Si tratta di vicende delicatissime, che investono la compattezza stessa del potere italiano. Capire chi ha fatto cosa, chi vuol dire cosa, è in questa fase impossibile. Sono blocchi del potere - di poteri diversi, dello stesso potere? - che comunicano tra loro in maniera violenta, sembrerebbe di vedere. Sullo sfondo ci sono inchieste che promettono novità enormi e la vicenda del "papello", della presunta trattativa sulla base della quale s'è posto fine alla stagione delle stragi mafiose (agli Uffizi, le bombe di Milano e Roma, la fallita strage allo Stadio Olimpidico di Roma).
Vedremo. Una cosa però comincia già a capirsi nella polvere delle bombe vere (di oltre 15 anni fa) e delle bombe mediatiche (di questi giorni). La Seconda Repubblica, più che sull'inchiesta di Mani Pulite e Tangentopoli, sembra che sia stata fondata sulle stragi. Su cosa si fonderà la Terza Repubblica?