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U' Scazzamurrill' appare all'improvviso. E' uno gnomo simpatico e dispettoso, che mangia solo frittelle e regala tarì, le antiche monete del Regno di Napoli, alle belle ragazze. Da tempo a Torremaggiore non si vedeva più. Ma oggi ha deciso di riapparire...

domenica, novembre 28, 2010

61 anni fa, l'eccidio di Torremaggiore

Domani si ricorda una strage di sconcertante attualità



Domani fanno 61 anni da un evento doloroso e drammatico che ha segnato la storia delle lotte contadine italiane: l'eccidio di Torremaggiore del 29 novembre 1949. Con le stragi di Melissa e Montescaglioso, oltre che coi morti di Modena di soli due mesi dopo, rappresenta una pagina nera della storia del dopoguerra.

La strage avvenne al secondo di due giorni di sciopero generale. Da mesi l'intera Capitanata era centro di una mobilitazione nazionale per il salario, l'occupazione, per la riforma agraria, per i diritti. A protestare quei braccianti che, guardati con disprezzo dagli agrari e dai padroni, si spaccavano le schiene per tirar su il pane da dare ai propri figli. Un mondo ben raccontato dalle dolenti canzoni di Matteo Salvatore.

Il 29 novembre i braccianti torremaggioresi si trovavano davanti alla Camera del Lavoro per ascoltare il discorso del segretario locale della Cgil. Fu dapprima intimato loro di disperdersi dai Carabinieri della locale stazione. Dopodiché arrivò da San Severo la Celere, la famigerata polizia del ministro degli Interni Mario Scelba, che sparò a freddo contro la folla. Sul terreno restarono Antonio La Vacca e Giuseppe Lamedica. Il primo morì subito, il secondo fu ferito e la polizia impedì i soccorsi, tanto che poi morì.

Si tentò anche di vietare che si tenessero funerali pubblici. Ma non fu possibile: un lungo e dolente corteo attraversò a Torremaggiore per portare le povere salme al cimitero. A capeggiarlo un grandissimo personaggio della Storia italiana e del movimento operaio: Giuseppe Di Vittorio.

Va ricordato l'assassinio di La Vacca e Lamedica, non solo perché è un episodio della nostra storia. Ma anche perché, in un momento in cui il mondo del lavoro in Italia è sempre più caratterizzato da precarietà e sfruttamento, in cui il potere d'acquisto dei salari è sempre più eroso, in cui i diritti sono messi in discussione, è bene ricordare da dove veniamo e dove potremmo ritornare. Le lotte dei nostri nonni hanno portato a una maggiore giustizia sociale, ma oggi, giorno per giorno, vediamo che pezzi di quei diritti che loro hanno conquistato col sangue, ci vengono tolti. Quando affermiamo che "tanto non c'è niente da fare" o che "tanto il mondo va così" riflettiamo sul sacrificio di chi ha perso la vita per i nostri diritti.


Per chi vuol saperne di più: Michele Marinelli, "Le lotte per la terra in Capitanata e l'eccidio di Torremaggiore", Teti, 1978.

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martedì, giugno 22, 2010

Come ci hanno reso "terroni"

Prino Aprile racconta la tesi di "Terroni" il suo splendido libro sul Mezzogiorno



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giovedì, novembre 26, 2009

Mafia-politica, torna la stagione dei veleni

L'Italia è una repubblica fondata sulle stragi?



Ricordate quando, nell'estate, u' Scazzamurrill' pubblicò l'intervento in cui Marco Travaglio prevedeva un autunno caldissimo sul fronte delle inchieste sulla mafia, che ci sarebbero state probabilmente svolte sconcertanti? Ebbene, sta succedendo.

E' di ieri la notizia che il pentito Gaspare Spatuzza ha accusato il presidente del Senato Renato Schifani d'aver incontrato il boss mafioso Filippo Graviano, all'inizio degli anni '90. Oggi troverete la notizia di una lettera di minacce di morte a Schifani, in cui se la leggete ci sono elementi chiari che fanno pensare a un avvertimento mafioso, a un messaggio a chi può capire.

Si tratta di vicende delicatissime, che investono la compattezza stessa del potere italiano. Capire chi ha fatto cosa, chi vuol dire cosa, è in questa fase impossibile. Sono blocchi del potere - di poteri diversi, dello stesso potere? - che comunicano tra loro in maniera violenta, sembrerebbe di vedere. Sullo sfondo ci sono inchieste che promettono novità enormi e la vicenda del "papello", della presunta trattativa sulla base della quale s'è posto fine alla stagione delle stragi mafiose (agli Uffizi, le bombe di Milano e Roma, la fallita strage allo Stadio Olimpidico di Roma).

Vedremo. Una cosa però comincia già a capirsi nella polvere delle bombe vere (di oltre 15 anni fa) e delle bombe mediatiche (di questi giorni). La Seconda Repubblica, più che sull'inchiesta di Mani Pulite e Tangentopoli, sembra che sia stata fondata sulle stragi. Su cosa si fonderà la Terza Repubblica?

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giovedì, settembre 17, 2009

Pier Paolo Pasolini: ecco la televisione

I mezzi di comunicazione di massa, la televisione. Nel 2009 ancora non capiamo appieno gli effetti di questo strumento sulla nostra democrazi. Ebbene, c'era chi oltre 30 anni fa aveva capito tutto, aveva analizzato profondamente e poeticamente questo strumento affascinante e nefasto: Pier Paolo Pasolini. Guardatelo e soprattutto ascoltatelo con attenzione, c'è la chiave per comprendere cos'è la televisione e cosa siamo tutti noi. Sono due filmati, il secondo inizia dove si conclude il primo.



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martedì, maggio 19, 2009

Aung San Suu Kyi, in Europa la grande festa dell'ipocrisia


Oh quanto siamo buoni noi europei e occidentali! La povera Aung San Suu Kyi, leader democratica e nonviolenta birmana detenuta da 13 anni da una giunta militare golpista e assassina, torna in un carcere di sicurezza dopo anni di totale isolamento agli arresti domiciliari. E i nostri politici si mobilitano, si strappano le vesti. I nostri diplomatici protestano. E qualche first lady esprime il suo sdegno.

E' il caso di Carla Bruni, consorte del presidente francese Nicolas Sarkozy. Oggi u' Scazzamurrill' legge da Repubblica che Bruni ha affermato di trovare "intollerabile la sorte riservata a questa donna". Giusto. Speriamo che oltre a scrivere una lettera aperta, Bruni trovi il tempo di comunicare questo pensiero anche al marito, Nicolas, perché s'attivi affinché certe aziende transalpine la finiscano di "fare affari" - come scrive Federico Rampini - col regime fascista birmano.

Perché basta andare sui siti dell'opposizione birmana per scoprire che una delle più grandi compagnie petrolifere francesi, che è anche una delle quattro più grandi al mondo, opera in Myanmar nonostante pseudo embarghi di facciata. Si tratta della Total. Il punto è: se si decide di fare un embargo (e lo si deve fare), si devono trarre tutte le conseguenze. Senza ipocrisie.

Peraltro, se c'è un settore in cui è possibile colpire al cuore il regime è quello petrolifero. L'embargo non può essere solo europeo. Un ritiro degli europei potrebbe voler dire semplicemente un arrivo di altri, come sta accadendo per le compagnie sudcoreane. L'Europa, se vuol fare sul serio, deve fare un discorso a tutti quelli che investono in quel paese: o partecipate l'embargo, o lo ritorciamo anche contro di voi. Visto che si tratta di paesi molto orientati all'export (vedi appunto la Corea del Sud), in un momento di crisi come questo probabilmente ci penserebbero due volte prima di ricevere un danno sul mercato più ricco del mondo. Il nostro.

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lunedì, maggio 18, 2009

Scuola multietnica e politicanti multicoglioni


Oggi un bell'esempio di quanto sappiamo essere idioti noi italiani. A Roma c'è una scuola elementare, la Pisacane, che a quanto se ne sa è un bell'esempio d'integrazione. Il 90 per cento dei bambini che la frequentano è d'origine straniera. Un posto dove si fa educazione per bene e si cresce bene. Solo che non la pensa così un gruppo di genitori che si autodefinisce "per l'integrazione". E protestano.

Poco male, potrebbero anche avere una parte di ragione in fondo. Se il mondo fosse più giusto, gli extracomunitari vivrebbero non solo in periferia, ma diffusi in tutta la città, anche nel centro. Solo che il mondo non è giusto, gli extracomunitari vivono per lo più in periferia e fare le "quote" dei bambini stranieri per deportarli in scuole lontano da casa, francamente, sarebbe una schifezza. Quindi, la maggioranza di bambini che frequenta quella scuola è d'origine straniera e il corpo insegnanti fa sforzi, a quanto pare ripagati dal successo, per fare di questa diversità una ricchezza.

L'ultima protesta di questo comitato è incredibile. La scuola ha deciso d'intitolare l'istituto a un educatore giapponese, Tsunesaburo Makiguchi, mettendo in soffitta il buon Pisacane. Apriti cielo! I genitori "per l'integrazione" non ci stanno. "La scelta di un nome straniero è solo l'ultimo passo di un disegno che ha portato in otto anni a creare una scuola di soli stranieri ed isolare i bambini italiani", scrive la capa del comitato, pronta evidentemente a una rapida carriera politica. L'onorevole del Popolo della Libertà Rampelli, un ex fascistone, inquadra il cambio di nome "in una precisa strategia dettata dalla furia ideologica della sinistra: cancellare i nomi di eroi, educatori, scienziati e personalità italiane che riecheggiano nelle intestazioni delle scuole italiane. Mettere un nome, arabo, giapponese, pakistano a una scuola primaria ne rende difficile anche la pronuncia agli alunni. Poi così si perderebbe l'identità culturale italiana, che passa anche per i titoli di scuole, università e ospedali". E conclude il valzer di stronzate un'altra parlamentare italiana, da noi pagata lautamente per dire le seguenti baggianate: "Intitolare una scuola in Italia ad un educatore giapponese denota proprio una emarginazione, una negazione ed una arroganza nei confronti della nostra cultura". Notate che questo virgolettato contiene le parole precise nella nota della senatrice della Lega Nord Irene Aderenti, che è componente della commissione Cultura del Senato. Basta guardare gli errori blu nell'uso dell'apostrofo, l'utilizzo improprio delle parole, per capire qual è la vera offesa alla cultura italiana: il fatto che un'ignorante del genere faccia parte della Commissione Cultura del Senato...

Inoltre, credendo di essere divertente, la senatrice bossiana continua storpiando il nome dell'educatore (Makiguchu Tsunesaburo, secondo lei) e scrive: "Bisogna organizzare un corso apposito per pronunciare quel nome". Beh, siamo certi che i bimbi della scuola Makiguchi avranno molte meno difficoltà della senatrice leghista nella pronuncia del nome in una lingua che, dal punto di vista fonetico, è molto, molto simile all'italiano.

Intanto, basta andare sul sito della scuola per scoprire che ha una sfilza di benemerenze e premi. Ma questo non scuote il cinismo di certi politici carrieristi e nullafacenti. Che, tra l'altro, con la crisi che incalza, perdono a fare la campagna sul nome di una scuola, quando sono tantissime in Italia le scuole giustamente dedicate a grandi personaggi stranieri, dai Kennedy a Martin Luther King ecc. Ma meglio non dirglielo a Rampelli e alla legaiola Aderenti: magari scoprono che Martin Luther King era nero e s'incazzano... .

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giovedì, gennaio 15, 2009

La guerre - La guerra (da Prévert a Gaza)


Vous déboisez
imbéciles
vous déboisez
Tous les jeunes arbres avex la vieille hache
vous les enlevez
Vous déboisez
imbéciles
vous déboisez.
Et les vieux arbres avec leurs vieilles racines
leurs vieux dentiers
vous les gardez
Et vous accrochez une pancarte
Arbres du bien et du mal
Arbres de la Victoire
Arbres de la Liberté
Et la forêt déserte pue le vieux bois crevé
et les oiseaux s'en vont
ert vous restez là à chanter
Vous restez là
imbéciles
à chanter et à défiler.

Disboscate
idioti
disboscate
Tutti i giovani alberi con la vecchia scure
li tagliate
Disboscate
idioti
disboscate
E i vecchi alberi con le vecchie radiche
le vecchie dentiere
li serbate a dovere
E ci attaccate cartelli
Alberi del bene e del male
Alberi della Vittoria
Alberi della Libertà
E il bosco deserto puzza di vecchio legno crepato
e gli uccelli se ne vanno
e voi ve ne state lì a cantare
Ve ne state lì
idioti
a cantare e a sfilare.

Jacques Prévert

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lunedì, dicembre 01, 2008

Vaticano-shock: no a depenalizzazione omosessualità!


Pensavo che, quanto meno, sui criteri minimi di civiltà, ormai anche il Vaticano avesse raggiunto degli standard elevati e i roghi di piazza, l'Inquisizione e cose del genere fossero solo una triste reliquia del passato. Mi sbagliavo. La decisione dello Stato vaticano di opporsi alla proposta presso le Nazioni unite di depenalizzazione universale dell'omosessualità è veramente scioccante.

Prima di tutto, di cosa si tratta? Si tratta di una richiesta, partita dalla presidenza di turno dell'Unione europea (Ue), cioè dalla Francia, che è stata adottata dai Ventisette. Chiede una cosa semplice: che l'omosessualità, comunque uno la consideri, non sia più un REATO.

Per intenderci: è così in diversi paesi del mondo, soprattutto in quelli teocratici e dittatoriali. L'iniziativa era rivolta, come messaggio a paesi come Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria, Somalia. Paesi che applicano la pena di morte per l'omosessualità. E per questi - potrà dire la Chiesa - già c'è l'opposizione alla pena capitale. Spiegazione debole, francamente, anche perché poi ce ne sono altri che non applicano la pena di morte. Ma gli omosessuali li sbattono a marcire in carcere, li torturano, li straziano.

Cosa dice per esempio il Vaticano di India, Pakistan, Birmania, Guyana (l'unico Stato latinoamericano dove l'omosessualità è reato), Sierra Leone, Uganda, Tanzania, Bangladesh, Barbados? Lì non c'è la pena di morte per i gay. Ma c'è il carcere a vita. Cosa ne pensa la Chiesa di questi paesi? E - potrei continuare - ci sono paesi dove per gli omosessuali c'è la frusta. Altri nei quali ci sono i lavori forzati.

Opponendosi alla depenalizzazione globale dell'omosessualità, insomma, la Chiesa non dice no a quel che fanno questi paesi. Quindi se ne rende complice. Quale che sia la sua interpretazione dell'omosessualità, come può Benedetto XVI non opporsi alla barbarie del carcere, la tortura, i lavori forzati per gli omosessuali? Francamente, uno scivolone così pesante sorprende.

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venerdì, luglio 11, 2008

Schedature razziali, l'Europa ci censura


Come volevasi dimostrare. Il Parlamento europeo di Strasburgo ha definito "discriminazione razziale" la schedatura che il governo italiano sta effettuando nei campi nomadi. Oltre alla raccolta di impronte digitali su base razziale, Strasburgo ha contestato la stessa cosa che sottolineava U' Scazzamurrill' qualche giorno fa: il fatto che venisse chiesto di specificare "etnìa" e "religione" nella scheda. Peccato che, a parte l'evidente censura morale che viene dall'Europa, questi qua continuano procedere con lo smantellamento dei diritti civili e umani in questo paese. Per ora sono partiti con gli zingari. Ma dove arriveranno?

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mercoledì, luglio 25, 2007

Il corteo salta, niente velini per l'estate

Ma come ne sentiremo la mancanza...per quest'estate niente personaggi in vesti pseudo-medievali per le vie di Torremaggiore. Ebbene sì, il Corteo (pseudo)storico è rimandato. Quale la causa? I dané...pare che dalla Regione Puglia non siano arrivati 10.000 euro (leggesi DIECIMILA) di finanziamento. La notizia viene dalla Gazzetta del Mezzogiorno oggi.

Non so se avete idea di quel che sto parlando. I DIECIMILA dalla Regione, con gli altri soldoni che arrivano dal Comune (se ricordo bene sono oltre 12.000 euro), fanno un sacco di denari che la comunità (noi tutti con le tasse, miei cari) ha speso lo scorso anno per cosa? Per vedere una velina e un velino televisivo (quest'ultimo strapagato per fare il bello statuino)...E questa è spacciata anche per cultura!!!

Beh, u' Scazzamurrill' ha una proposta. Prendiamo tutti questi dané, li stanziamo (anno per anno) per la creazione e la gestione d'un Museo della Civiltà contadina (che è la nostra Cultura, con la "C" maiuscola). E lasciamo perdere queste carnevalate....

Ps.: per la cronaca, il Corteo si farà in autunno (se arrivano i dané).

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lunedì, luglio 23, 2007

Un'età dell'oro c'è stata!


U' Scazzamurrill', ormai da due anni, vive sotto il banano della Villa comunale. E s'è organizzato trasferendovi anche parte della sua ricca biblioteca di libelli polverosi e magici. Oggi, sfogliando un vecchio e sfilacciato volume, che pensava essere un manuale di ricette scazzamurrelle, ha trovato questo brano. E, leggendolo, ha pensato: ma com'è che un paese così, è scivolato oggi così in basso?

"In Torremaggiore provvede all'indigenza dei contadini e degli agricoltori un Monte Frumentario, istituito nel 1858; ed ultimamente veniva eretta una Banca di azionisti, Società anonima, con un capitale versato di oltre lire 150.000 e con un giro annuo d'affari di circa 20 milioni; vanto e decoro del nostro paese: essa è l'anima, direi quasi, del grande movimento commerciale, che non ha limiti specialmente nella stagione del raccolto e della vendemmia. Questo paese tiene vari Mulini a vapore dei Signori Ricci, Pensato, Bibbone e Barassi, che gareggiano con gli Stabilimenti dei dintorni del Vesuvio. E' da ammirarsi specialmente il grandioso stabilimento per farina e pasta, eretto dai Signori Tanzi nel 1885.

Tutto il vastissimo territorio di Torremaggiore è distribuito equamente fra i cittadini, ,sicché la proprietà, un tempo quasi tutta demaniale, è ora fraziobnata e ripartita senza rilevante dislivello di posizioni economiche."


(Emanuale Jacovelli, "Cenni storici su Torremaggiore", San Severo, Premiato Stabilimento Cromo-tipografico E. Dotoli, 1911)

E oggi, in cosa gareggiamo coi paesi attorno al Vesuvio? A voi, amici, la poco ardua risposta....

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lunedì, giugno 18, 2007

Pasqualino Ricciardelli, il libro d'una vita

U' Scazzamurrill' è finalmente venuto in possesso di "Folklore torremaggiorese", il libro di Pasqualino Ricciardelli. S'è dedicato a una lettura frenetica: pagine divertenti, commoventi, innocenti. In una parola: bellissimo.

Pasqualino Ricciardelli ha tirato fuori un'ultima opera più che meritoria, necessaria. Un recupero di canti, proverbi, giochi, frizzi e lazzi, poesie popolari, che altrimenti sarebbero andati inevitabilmente perduti nella melassa televisiva, nel torpore del provincialismo della borghesia intellettuale torremaggiorese, che s'è sempre vergognata del suo passato inesorabilmente contadino.

Una cultura locale che, pur di non riconoscere la bellezza dei versi spontanei e innocenti della poesia popolare, preferisce inventare falsi miti "imperiali", mettendoci sopra risorse su risorse, senza comprendere che la vera ricchezza della nostra cultura è quella che ha raccontato Pasqualino Ricciardelli in quelle pagine bellissime.

Proprio in questo quadro di provincialismo becero e francamente stupido, s'inquadrano un paio di critiche arrivate dall'interno della maggioranza al patrocinio dato dal Comune al libro di Ricciardelli. Un consigliere comunale di destra, che in anni di consiliatura non ha fatto niente per la città, avrebbe criticato in camera caritatis l'iniziativa, perché celebra l'opera d'un esponente politico di sinistra. U' Scazzamurrill' non ha problemi a dire che, se la pensa davvero così, questo consigliere è un DEFICIENTE.

Un'altra persona, vicina al Sindaco, ha criticato il patrocinio perché il libro sarebbe "scurrile", pieno di parolacce. E questo è vero: è fatto con la lingua che usavano i nostri nonni e che, volgarizzata dall'italiano, usiamo anche noi! E quella è una lingua diretta, esplicita, grevemente leggera, che rende viva la nostra parlata. Possibile che qualcuno ancora esprime tutta la sua pruderie in questa maniera così puerile? Il sospetto vago dello gnomo è che non siano le "parolacce" ad aver provocato problemi a qualcuno, ma il fatto che nell'introduzione storica non venga celebrato il presunto passaggio dello "'Mperadore" per il quale tanti soldi vengono spesi dalla nostra comunità. Pasqualino racconta del noto passaggio di Pier delle Vigne, ministro dello 'Mperadore summenzionato, addirittura del presunto passaggio di San Francesco, ma non di quello di Federico II. Anzi, Pasqualino racconta come invece Federico avesse creato bei guai economici all'Abbazia presso la quale la mascherata torremaggiorese fa approdare lo Mperadore, creando un mai soluto anacronismo.

U' Scazzamurrill', invece, per una volta, vuol dire BRAVO all'assessore alla Cultura, Veneziano, che ha sostenuto la pubblicazione del libro. Ora, però, l'amministrazione non s'abitui troppo ai complimenti. In tanti anni può capitare persino a loro di fare qualcosa di buono.

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