Scuola multietnica e politicanti multicoglioni
Oggi un bell'esempio di quanto sappiamo essere idioti noi italiani. A Roma c'è una scuola elementare, la Pisacane, che a quanto se ne sa è un bell'esempio d'integrazione. Il 90 per cento dei bambini che la frequentano è d'origine straniera. Un posto dove si fa educazione per bene e si cresce bene. Solo che non la pensa così un gruppo di genitori che si autodefinisce "per l'integrazione". E protestano.
Poco male, potrebbero anche avere una parte di ragione in fondo. Se il mondo fosse più giusto, gli extracomunitari vivrebbero non solo in periferia, ma diffusi in tutta la città, anche nel centro. Solo che il mondo non è giusto, gli extracomunitari vivono per lo più in periferia e fare le "quote" dei bambini stranieri per deportarli in scuole lontano da casa, francamente, sarebbe una schifezza. Quindi, la maggioranza di bambini che frequenta quella scuola è d'origine straniera e il corpo insegnanti fa sforzi, a quanto pare ripagati dal successo, per fare di questa diversità una ricchezza.
L'ultima protesta di questo comitato è incredibile. La scuola ha deciso d'intitolare l'istituto a un educatore giapponese, Tsunesaburo Makiguchi, mettendo in soffitta il buon Pisacane. Apriti cielo! I genitori "per l'integrazione" non ci stanno. "La scelta di un nome straniero è solo l'ultimo passo di un disegno che ha portato in otto anni a creare una scuola di soli stranieri ed isolare i bambini italiani", scrive la capa del comitato, pronta evidentemente a una rapida carriera politica. L'onorevole del Popolo della Libertà Rampelli, un ex fascistone, inquadra il cambio di nome "in una precisa strategia dettata dalla furia ideologica della sinistra: cancellare i nomi di eroi, educatori, scienziati e personalità italiane che riecheggiano nelle intestazioni delle scuole italiane. Mettere un nome, arabo, giapponese, pakistano a una scuola primaria ne rende difficile anche la pronuncia agli alunni. Poi così si perderebbe l'identità culturale italiana, che passa anche per i titoli di scuole, università e ospedali". E conclude il valzer di stronzate un'altra parlamentare italiana, da noi pagata lautamente per dire le seguenti baggianate: "Intitolare una scuola in Italia ad un educatore giapponese denota proprio una emarginazione, una negazione ed una arroganza nei confronti della nostra cultura". Notate che questo virgolettato contiene le parole precise nella nota della senatrice della Lega Nord Irene Aderenti, che è componente della commissione Cultura del Senato. Basta guardare gli errori blu nell'uso dell'apostrofo, l'utilizzo improprio delle parole, per capire qual è la vera offesa alla cultura italiana: il fatto che un'ignorante del genere faccia parte della Commissione Cultura del Senato...
Inoltre, credendo di essere divertente, la senatrice bossiana continua storpiando il nome dell'educatore (Makiguchu Tsunesaburo, secondo lei) e scrive: "Bisogna organizzare un corso apposito per pronunciare quel nome". Beh, siamo certi che i bimbi della scuola Makiguchi avranno molte meno difficoltà della senatrice leghista nella pronuncia del nome in una lingua che, dal punto di vista fonetico, è molto, molto simile all'italiano.
Intanto, basta andare sul sito della scuola per scoprire che ha una sfilza di benemerenze e premi. Ma questo non scuote il cinismo di certi politici carrieristi e nullafacenti. Che, tra l'altro, con la crisi che incalza, perdono a fare la campagna sul nome di una scuola, quando sono tantissime in Italia le scuole giustamente dedicate a grandi personaggi stranieri, dai Kennedy a Martin Luther King ecc. Ma meglio non dirglielo a Rampelli e alla legaiola Aderenti: magari scoprono che Martin Luther King era nero e s'incazzano... .
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