Google

U' Scazzamurrill' appare all'improvviso. E' uno gnomo simpatico e dispettoso, che mangia solo frittelle e regala tarì, le antiche monete del Regno di Napoli, alle belle ragazze. Da tempo a Torremaggiore non si vedeva più. Ma oggi ha deciso di riapparire...

lunedì, aprile 28, 2008

E Lenin diceva: "Che fare?"


Che triste scena, ieri, di fronte al principale seggio elettorale. Due pezzi del Pd che si scrutavano in cagnesco. Un pezzo del partito pareva soddisfatto, di cosa poi? Un altro pezzo depresso.

Eppure, l'idea di u' Scazzamurrill è che dalle grandi sconfitte possono nascere grandi vittorie. Tutto sta a imparare la lezione.

"Che fare?" direbbe dunque Lenin se fosse vivo e fosse torremaggiorese. U' Scazzamurrill' prova a fare alcune considerazioni, vediamo se vengono raccolte.

1) La strategia dietro la candidatura "ufficiale" del Pd è stata scriteriata. Sostanzialmente, chi ha espulso (ma per finta...) Marolla, ha fatto la campagna elettorale per Marolla. Come era logico: dai tempi di Stalin son passati decenni. E' quindi un obbligo morale per chi ha elaborato quella strategia quello di assumersene le responsabilità e trarne le conseguenze.

2) Se Atene piange, Sparta non ride. E' vero che Marolla ha ottenuto 1.700 voti nella sua lista collegata. E' tuttavia anche vero che ha fallito l'obiettivo dell'elezione, anche se potrebbe rientrare tra i recuperati. Cioè ha dato la prova di non avere la forza politica per essere l'eventuale candidato per ulteriori scadenze elettorali del Pd, perché la sua discesa in campo è stata un ulteriore elemento di divisione. E di non avere neanche la forza elettorale, perché con 1.700 voti non si va da nessuna parte.

3) E comunque, quanti di quei voti sono voti "per" e quanti voti "contro"? La mia impressione è che tantissimi siano "contro". Peraltro, la bizzarra presa di posizione di elementi di destra negli ultimi giorni, mi fa pensare che anche i voti "pro-" sono voti d'opportunità momentanea. E, tuttavia, se il fronte marolliano dovesse insistere nell'attribuirsi quella presunta forza elettorale, allora si troverebbe paradossalmente ad accreditare chi dice che, se 1.700 han votato per lui, 2.200 hanno votato contro di lui. Quindi: se era un referendum nel partito pro o contro Marolla, Marolla l'ha perso.

4) Peraltro, se il fronte marolliano continua ad attribuirsi una forza elettorale di 1.700 voti, allora dovrebbe spiegare come mai alle primarie del 14 ottobre la lista Letta prese "solo" 590 voti. Forse che, per tarpare le ali al rinnovamento, qualcuno da quella parte non fece il possibile? Consiglierei a Marolla di suggerire ad alcuni cagnetti del suo entourage una maggiore prudenza nel tentare d'intimidire quelli che nel Pd hanno mantenuto una posizione equilibrata. Altrimenti, rischia che il partito finalmente trovi davvero l'unità: ma contro di lui!

5) Nell'ultimo giorno utile s'è tenuto un comizio "unitario" in cui bizzarramente mancava il partito più grande dell'alleanza di centrosinistra: il Pd. La segreteria del partito ha sicuramente sbagliato a non tenere in mano le redini di quell'iniziativa e a non salire su quel palco per chiudere il comizio. E tuttavia, quel comizio pone un problema anche ai partiti più piccoli della coalizione: l'interlocutore per loro è Marolla o il Pd? Perché se l'interlocutore è Marolla, oggi come oggi, si possono scordare di essere una coalizione col Pd. E, viste le proporzioni, a loro non credo che convenga. Se l'interlocutore è il Pd, che a loro piacciano o no, dovrebbero interloquire con i loro organismi direttivi senza interferire nella vita interna del partito, per quanto sia al momento traballante.

6) Poi c'è il dossier Marolla. Per tutta la campagna elettorale ha ribadito di essere tuttora parte del Pd. A ragione. E tuttavia, dopo il 13 e 14 aprile, ha agito come se fosse parte di un'altra formazione politica. A questo punto, deve decidere e lo deve fare pubblicamente: intende continuare a essere parte del Pd o trasformare la sua presunta forza elettorale in un altro partito? Nel secondo caso, dovrà collocarsi in qualche modo nello schieramento politico. Nel primo caso, dovrà riconoscere gli organismi direttivi e la segreteria del partito, non agendo certamente da segretario ombra.

7) Le elezioni hanno dimostrato a Torremaggiore che il modo di far politica degli ultimi 30 anni, basato sui personalismi, non funziona. Ci si spacca, si creano inutili faide. Si perde tutti. O il Pd volta davvero pagina e smette di essere la sommatoria dei problemi degli ex Ds e dell'ex Margherita, oppure continuerà a spaccarsi e a obbedire al capetto di turno - torremaggiorese, sanseverese, foggiano, manfredoniano, cerignolano o quel che minchia volete - non rispondendo alle esigenze del territorio. Questa campagna elettorale ne è stata dimostrazione: contenuti zero, attacchi e piantigreci a iosa.

8) L'unica maniera per uscire da quest'impasse è rovesciare il metodo, come il Comitato per il Partito democratico a Torremaggiore ha detto per due anni e come continuano a dire i suoi superstiti esponenti. I candidati devono essere l'ultimo dei problemi. Bisogna ricominciare dal progetto. Bisogna lavorare un programma di democrazia partecipativa, attraverso il metodo della condivisione. Non c'è altro modo. Qua c'è gente che Marolla se lo sogna la notte, come incubo o come sogno erotico. E così si perde. Invece bisogna lavorare, assieme alla cittadinanza, a elaborare un progetto di futuro per Torremaggiore. Attorno a quel progetto, poi, emergeranno naturalmente le personalità più adatte per guidarne i diversi aspetti. Ed emergerà in modo naturale un rinnovamento tanto anelato, quanto finora tradito.

Etichette:

martedì, aprile 22, 2008

Stupori e livori


Un mare di veleno ieri nel direttivo del Pd, il primo dopo la sonora batosta elettorale per le provinciali. I "mariniani" hanno sfoderato il solito repertorio di "espelliamo di qua, espelliamo di là". Qualcuno ha blaterato di tradimenti vari, senza rendersi conto che sono stati proprio loro, con la protervia con cui hanno imposto una candidatura sbagliata e con una campagna elettorale sconsiderata, fatta di proclami stalinisti e di nessun contenuto politico, a intrecciare la corda a cui si sono impiccati.

Qualche dirigente, inconsapevole del ridicolo di cui si stava ricoprendo, prima accusava altri dirigenti di non avere votato per la Mascia, poi proclamava ieraticamente: "Io al ballottaggio voglije vuta' per Pepe". Come a dire: va espulso uno che lorsignori sospettano di aver votato contro il candidato locale (il quale ha prontamente smentito con durezza), mentre è normale che un dirigente ornitologico possa proclamare pubblicamente di votare per il candidato della destra e non per il segretario provinciale del partito, Paolo Campo.. Bella coerenza!

Poi questi "fini strateghi" si sono profusi in critiche a chi ha lanciato un appello a uno sforzo unitario perché "non dovevate fare questo passo" pubblico. E cosa si doveva fare, di grazia? Continuare a osservare il tristo spettacolo di pezzi del partito che si scannano tra loro? No grazie, noi allo scannatoio non partecipiamo.

Alla fin fine, è il partito che esce con le ossa rotte. L'irresponsabilità dei personalismi contrapposti, che ha danneggiato prima i Ds e poi il Pd, ha frantumato il partito. Prevale la logica manichea ("O con noi o contro di noi") come se non fosse normale che esista chi non vuole mandare il cervello all'ammasso ed è capace anche d'iniziative POLITICHE costruttive. Perché di politico nel modo di fare campagna elettorale che abbiamo visto in queste settimane non c'è proprio nulla.

L'iniziativa della componente unitaria del partito ha spiazzato entrambi i campi. Da un lato, i "mariniani" sono chiusi nel loro livore e non hanno ancora dato segno di voler ragionare per il bene del partito. Sono lì a cercare colpevoli, ad additare gli altri, e non si rendono conto di essere essi stessi causa del loro male. Dall'altra, i "marolliani" pensano che ora "u' partit' ie' sol' u' nostr' e mo' avita fa' i cont' con nu'" (la frase è scappata a un marolliano della penultima ora). Siamo alla "resa dei conti" insomma. E non si rendono conto (l'unica resa dei conti che dovrebbero applicare) che, se la logica dell'analisi politica loro è quella "Noi contro loro, Atene contro Sparta", allora è vero che "Atene ha preso 1.700" voti", ma è anche vero che Sparta ne ha presi 2.100. Cioè, nonostante l'incredibile sequela di errori da parte dei "mariniani", i "marolliani" perdono lo stesso, sono ampiamente minoranza.

Conviene ai marolliani e ai mariniani ragionare in questi termini dicotomici? Come se ne esce? Solo andando oltre. Intanto la logica non è "Sparta contro Atene", perché gli elettori hanno votato per tanti e differenti motivi. Qualcuno ha votato per Sparta, qualcuno per Atene, qualcuno (tanti) contro Sparta, qualcuno (tanti) contro Atene. Qualcun altro per lanciare un messaggio, qualcun altro ancora perché "unovalelaltro". Insomma, l'unico dato certo è che hanno perso sia Sparta che Atene. E soprattutto ha perso il partito. Quindi, per tornare a sperare di vincere, c'è solo un modo: l'unità. Noi stiamo chiedendo uno sforzo unitario da prima della scelta della candidata del Pd. Poi, dopo le elezioni, abbiamo chiesto prima riservatamente, poi pubblicamente, uno sforzo unitario. Ora PUBBLICAMENTE ognuno dovrebbe assumersi le sue responsabilità e spiegare ai cittadini se si è per l'unità o contro. E perché. Altrimenti, si è disonesti di fronte ai cittadini.

Etichette:

lunedì, aprile 21, 2008

Chi boicotta l'unità del Pd?


La scorsa settimana la componente unitaria del Partito democratico ha lanciato un appello per l'unità del partito, anche in vista del ballottaggio. Per il momento, non ha ottenuto risposta. Come al solito, sembra che molti esponenti del partito siano più interessati ai cazzi loro...adesso però non ci sono alibi: chi è contro l'unità del Pd lo deve dire pubblicamente! E se ne deve assumere le responsabilità.


Al segretario provinciale Paolo Campo

Al membro della segreteria provinciale Laura Moffa

Al coordinatore cittadino Maria Mascia

Al consigliere provinciale Matteo Marolla

Torremaggiore, 17 aprile 2008

Le elezioni provinciali proseguono al ballottaggio. Il nostro segretario Paolo Campo dovrà affrontare un ultimo scoglio prima di essere eletto alla presidenza della Provincia di Foggia. Tutti noi, militanti del Partito democratico, dovremo avere l’umiltà di superare conflitti e personalismi, per riuscire a ottenere un risultato che è importante per tutto il nostro movimento.

A Torremaggiore, nella fase pre-elettorale ed elettorale, s’è verificata una drammatica scollatura nel partito. Due fronti si sono contrapposti e non sono stati risparmiati colpi bassi. Il risultato è che è stato impossibile difendere il seggio torremaggiorese al Consiglio provinciale nel primo turno delle elezioni. La base elettorale è apparsa disorientata, come dimostra la differenza nel voto al Pd tra il voto alla Camera dei Deputati e quello alla Provincia.

Gli scriventi hanno cercato di evitare questa drammatica divisione nella fase di selezione della candidatura del Pd, cercando una personalità che avesse caratteristiche accettabili a tutte le componenti interne. Purtroppo, s’è preferito seguire la via della contrapposizione e dello scontro frontale e di non considerare l’ipotesi d’imboccare il percorso della condivisione.

Proprio la decisione di proseguire a colpi di maggioranza, di adottare una linea carente dal punto di vista del confronto e del dialogo politico, ha spinto pezzi del partito a schierarsi con il Movimento per i diritti della Capitanata, lista civica collegata comunque al segretario Campo. Queste componenti, peraltro, hanno rivendicato comunque l’appartenenza al perimetro del Partito democratico.

Oggi è venuto il momento di voltare pagina. Le urne hanno dimostrato che la linea della frammentazione, del conflitto interno, non paga e danneggia soltanto la causa comune del Partito democratico. Chiunque ritenga che componenti dello stesso partito possano, anche per il ballottaggio, riunirsi in luoghi diversi e fare campagna elettorale l’uno contro l’altro, commette un inaccettabile errore di valutazione politica. Chiunque preferisse lo scontro personalistico all’unità per sostenere il partito, in un momento così delicato, si dimostrerebbe tanto più irresponsabile, in quanto l’elettorato non potrebbe capire una scelta di questo genere e, immancabilmente, la condannerebbe col voto. Chiunque si opponga, in questo momento, a un processo unitario, lavora contro Campo, lavora contro il Partito democratico.

Per tutti questi motivi, gli scriventi lanciano ai democratici torremaggioresi – e in particolare alla coordinatrice cittadina Maria Mascia e al consigliere provinciale del Pd Matteo Marolla – un appello all’unità del Partito. Contestualmente, si mettono a disposizione del Partito e del segretario Campo per facilitare un processo unitario che getti le basi non solo per un dignitoso risultato al ballottaggio, ma anche per le future sfide che attendono il partito a livello locale e nazionale.

Etichette:

mercoledì, aprile 16, 2008

Il capolavoro dei fini strateghi...bleah


Civvuddì. Chi ha fatto il Liceo Fiani ai tempi del mitico professore Manna, ricorderà cosa vuol dire Civvuddì...detto proprio così. Comevolevasidimostrare...

I risultati delle provinciali a Torremaggiore hanno confermato in pieno quanto u' Scazzamurrill' aveva scritto dal giorno dell'indicazione del candidato trremaggiorese del Pd: che sarebbe stato bruciato. Eccerto! A fronte della proposta d'un candidato che sarebbe andato bene per tutto il partito, la maggioranza "mariniana" (che non sta per Franco Marini, l'ex presidente del Senato) ha preferito indicarne uno con un colpo di maggioranza, senza alcun dialogo, anzi sbeffeggiando la componente unitaria del partito. Così, di fatto, ha prodotto una spaccatura nel Partito democratico.

La segretaria del partito non ha saputo resistere alla tentazione di correre in prima persona, mal consigliata dai mariniani. Piuttosto che essere garante delle dinamiche democratiche interne del partito, ha preferito farsi strumento di una parte contro l'altra. Oggi piange la sconfitta elettorale, vedendo "traditori" dappertutto, quando invece proprio lei è la prima responsabile della sconfitta. Avesse agito da baricentro democratico del partito, non si sarebbe arrivati alla vergogna dei due candidati del Pd un contro l'altro armati.

La decisione di agire con protervia da parte dei "mariniani" ha dato motivo a Marolla per candidarsi con la lista civica pro-Campo. La risposta di questi fini strateghi mariniani allora qual è stata? Una bruttissima campagna di stampo stalinista. A pochi giorni da elezioni quanto mai incerte, al posto di cercare di avvicinare gente, qualche "genio" torremaggiorese cercava d'allontanarla a colpi d'espulsioni (a proposito: ancora nessuno ha detto se Marolla è stato espulso e da chi!). Un comportamento da irresponsabili e, fatemelo dire, da fessi.

Complimenti a Marolla che ha saputo volgere a suo vantaggio, da politico navigato, le aggressioni stupide che venivano dai mariniani.

I risultati alla fine parlano chiaro: alla Camera 3.437 torremaggioresi hanno votato per il Pd, alle Provinciali solo 2.179!!! La candidatura della segretaria, nata a quel modo, e la scriteriata strategia elettorale dei "mariniani" ha fatto perdere al Partito più di 1.300 voti!

Ora, chi era al timone di questa campagna, deve assumersi la responsabilità di aver forse fatto perdere a Torremaggiore un consigliere provinciale. Invece, bisogna che la segreteria si renda conto che, o punta sulle componenti unitarie del partito, per trovare un percorso unitario, oppure vuol dire che marcia contro Paolo Campo. Perché tra due settimane c'è il ballottaggio e a Torremaggiore non si può fare un'altra figura di merda come quella di domenica e lunedì!

Etichette:

domenica, aprile 13, 2008

Finalmente, si respira!



Finalmente è finita questa schifosa campagna elettorale, fatta di colpi bassi e tentativi stalinisti, è finita. Questi patetici piagnistei, questi vergognosi appelli alla responsabilità di partito da parte di chi se n'è fregato di mantenerne l'unità e, con protervia, ha preferito ubbidire a indicazioni "aliene".

U' Scazzamurrill' nell'ultimo periodo se n'è voluto un po' astrarre, anche perché aveva già detto come si sarebbe comportato alle urne.

Prima che gli scatoloni di cartone si aprano, lo gnomo intende fare alcune considerazioni. Tanto per spiegare come intende comportarsi ora, rispetto al suo impegno nel Partito democratico.

1) CHE IL CANDIDATO UFFICIALE AL CONSIGLIO PROVINCIALE TORREMAGGIORESE DEL PD, MASCIA, VENGA ELETTA O MENO, U' SCAZZAMURRILL' NE CHIEDE LE DIMISSIONI DA SEGRETARIA DEL PARTITO. Il motivo è semplice: stava a lei come segretaria del partito impegnarsi a mantenerne l'unità. Invece ha preferito farsi strumento di una parte, avallando una logica correntizia che lo stesso segretario nazionale Walter Veltroni ha chiesto di evitare.

2) COMUNQUE SIANO ANDATE LE ELEZIONI PROVINCIALI, U' SCAZZAMURRILL' CHIEDE CHE SIA FATTA LUCE SULLA PRESUNTA ESPULSIONE DI MAROLLA DAL PARTITO. So per certo che, quando il segretario provinciale Campo è stato a torremaggiore, non ha dato una risposta alle richiesta di chiarezza che anche questo blog aveva riportato. Da un lato ha preferito non attaccare Marolla (e certo, in fondo anche i voti a Marolla alla fin fine andavano a lui), dall'altro non ha detto chiaramente che quell'espulsione non è mai avvenuta, che quel manifesto apparso davanti al comitato elettorale Mascia era un falso. TROPPO COMODO, CARO CAMPO. Quindi deve essere fatta chiarezza e, SE QUALCUNO HA CONFEZIONATO UN FALSO, DOVRA' ASSUMERSENE LA RESPONSABILITA', ANDANDOSENE DAL PARTITO.

3) Il PARTITO DOVRA' AVERE UN SUSSULTO D'AUTONOMIA. NON E' POSSIBILE CHE SIA UN CONSIGLIERE REGIONALE DI SAN SEVERO A DECIDERE I CANDIDATI DI TORREMAGGIORE!! Adesso BASTA CON LE INGERENZE! TORREMAGGIORE DEVE DECIDERE PER SE STESSA, SENZA ACCETTARE ORDINI DA NESSUNO.

4) Inoltre, il partito torremaggiorese dovrà fare un PATTO CONTRO IL CLIENTELISMO. Non è possibile che possano girare voci su campagne acquisti che verterebbero attorno all'Asl. IO NON VOGLIO CREDERE A QUESTE COSE, MA NON VOGLIO NEANCHE CHE GIRINO VOCI DI QUESTO TIPO. QUINDI IL PARTITO DEVE ASSUMERE UN IMPEGNO DI MORALITA', CHE A TORREMAGGIORE NON HA FATTO.

5) Infine, chi s'è reso politicamente responsabile di questo sfacelo torremaggiorese, a questo punto, DEVE REALIZZARE QUANTO AVEVA PROMESSO DI FRONTE AL DIRETTIVO. CHI AVEVA GIA' PROMESSO, AD ESEMPIO, LE DIMISSIONI, E' ORA CHE LE RASSEGNI DAVVERO.

Etichette:

Add to Technorati Favorites
Pannasmontata clock
Pannasmontata calendar Locations of visitors to this page
bloggers for equity

Amnesty International AMREF
Croce Rossa Italiana International Helsinki Federation for human rights Action aid
Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati Unicef
AISM Progetto Calcutta
Manitese
L'Italia ripudia le mafie: NON LASCIAMOCI SOLI - www.ammazzatecitutti.org Ricostruiamo Onna Byoblu.Com - Il Videoblog di Claudio messora Free Blogger mamme2-0 Orsi della luna Scudo della Rete