L'equilibrio punteggiato del Pd (ovvero: Franceschini segretario? Che stronzata!)
Nell'ambito delle teorie evoluzioniste e neo-darwiniste ci sono due scuole di pensiero: quella gradualista e quella attualista. Alla seconda apparteneva il paleontologo Stephen Jay Gould, uno dei genii del XX Secolo. A Gould dobbiamo uno dei fondamentali contributi al dibattito intellettuale contemporaneo: la Teoria degli equilibri puntaggiati. U' Scazzamurrill' la trova convincente e, per dimostrarla, proverà a utilizzare un esempio scientifico a caso...il Partito democratico.
Allora, facciamo il punto. Si dimette il segretario Walter Veltroni. I motivi della sua gestione fallimentare li ha spiegati lui stesso, ma in realtà sono più profondi e u' Scazzamurrill' nel suo piccolo li ha descritti nel tempo. Poi, ieri in Tv, lo gnomo vede la faccia sfatta e scavata d'un sessantenne, l'onorevole Piero Fassino, dichiarare: "Il gruppo dirigente ha deciso....". Cosa ha deciso? Un incarico a tempo al vicesegretario Franceschini. Il mandato è sostanzialmente di portare al disastro elettorale nelle amministrative ed europee, per poi andare al bagno di sangue al prossimo Congresso, quando le diverse bande (clan, cosche, chiamatele come cazzo volete) interne al partito avranno sistemato le cose loro. Così poi avremo un segretario tipo Bersani, o un altro, ancora e sempre ostaggio e componente della generazione dei Veltroni, dei D'Alema, dei Rutelli, dei Marini.
La Generazione-Dinosaura in realtà vuole rimanere al potere nel partito e per questo motivo preferisce rimandare all'autunno, quando avranno sistemato gli uomini delle loro correnti nel consigli regionali e in Europa. Serrare le fila, è la parola d'ordine. Peccato che, se solo mettessero il naso fuori dal Palazzo, si accorgerebbero che la base s'è francamente rotta i coglioni. Il problema fondamentale è che o si fa un cambio di generazione, o si muore.
Spiego immediatamente il perché. Quella generazione - diciamo pure quel "gruppo dirigente" se considerate troppo poco "buonista" mettere tutti nello stesso calderone - ha fallito, ha perso la guerra contro il berlusconismo. L'ha ammesso ieri anche Veltroni. Nei 15 anni berlusconiani, il centrosinistra ha opposto due diversi atteggiamenti politici e comunicativi: quello radicalmente "diverso" di un Prodi (che è tutto il contrario di Berlusconi da un punto di vista mediatico) e quello ammiccante di Veltroni o D'Alema. Non è un caso che sono 15 anni che il centrosinistra, ci ammannisce dosi di antiberlusconismo, alternate a dosi di ammirazione per la bravura mediatica di Berlusconi. Peccato per i D'Alema-Veltroni che Prodi, il radicalmente "diverso" da Berlusconi, ha vinto le due elezioni in cui era opposto al Cavaliere. Loro le hanno perse. E ci hanno fatto perdere definitivamente la "guerra", avendo contribuito a fare le scarpe al buon Prodi. Anche la seconda vittoria elettorale, è stata in realtà un quasi pareggio a causa delle divisioni tra partiti e e tra clan interni al centrosinistra, non certo per colpa di Prodi. A 70 suonati, comunque, il Professore non è più spendibile politicamente.
Ora però Berlusconi da un lato ha vinto, dall'altro anch'egli è alla fine della sua parabola politica. Il suo trionfo, come sempre accade, è anche l'inizio della sua caduta. Per un fatto anagrafico (oltre 70 anni pure lui) e per un fatto sociopolitico. Il Popolo delle Libertà si regge sulla sua figura e mi diverte pensare al momento quando si dovrà decidere la successione. Leader veri, a parte il Cavaliere, neanche loro li hanno.
Il Pd a questo punto ha solo una scelta. Ed è quella che gli propone la Teoria evoluzionistica dell'equilibrio punteggiato, secondo la quale le nuove specie partono da scissioni della linea evolutiva e si sviluppano rapidamente. E per scissione non intendo quella dal partito, ma la scissione da una generazione. Quella per intenderci che continua a rompere le palle col loro '68 e con i loro maledetti anni '70. Insomma, basta: si deve fare il salto di generazione e lo si deve fare subito, rapidamente. Solo un segnale ai cittadini che noi siamo capaci di cambiare, di rinnovare, che i leader del nostro partito non sono attaccati alla poltrona, può metterci in posizione per ripartire nel dopo-Berlusconi, che sta arrivando.
Quindi: a che minchia serve l'interregno di Franceschini? A che minchia serve non fare un Congresso immediato, che sia vero, che dia voce alla base? A che minchia serve mettere un altro 50-60enne alla guida del partito, quando il mondo cambia così velocemente che solo un giovane può avere la velocità intellettuale di elaborare ricette e strategie adeguate? Io non dico che i dinosauri debbano estinguersi, o andare a fare gli intrattenitori a Jurassic Park (che è quello che fanno ora, in realtà). Dico che possono puntare al Quirinale, come fa Berlusconi ormai. O fare i "padri nobili della sinistra". Ma il partito lo devono lasciare ai giovani. Permettano di emergere a una nuova generazione di 30-40enni, che possa finalmente essere proiettata nel futuro. E non alla maniera di Veltroni, che ha fatto i "casting" per le veline come processo di selezione del personale politico (a proposito: che fine ha fatto Marianna Madia, candidata numero uno a Roma???). Bisogna ripartire dal basso, dal territorio. E fare nuove primarie nazionali, questa volta non con liste bloccate e controllo d'apparato come le ultime. Insomma, o si cambia davvero o si muore.
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