Google

U' Scazzamurrill' appare all'improvviso. E' uno gnomo simpatico e dispettoso, che mangia solo frittelle e regala tarì, le antiche monete del Regno di Napoli, alle belle ragazze. Da tempo a Torremaggiore non si vedeva più. Ma oggi ha deciso di riapparire...

sabato, gennaio 21, 2006

Le Braci dell'Amicizia


Cosa possono dirsi due vecchi, che furono amici in giovinezza, e che si incontrano dopo 41 anni? Cosa possono dirsi se, a dividerli, c'è stato un tradimento, il più grave dei tradimenti? Cosa possono dirsi se, attorno a loro, vedono un mondo precipitare nella guerra, il più atroce dei conflitti, e l'atmosfera cupa del presente getta un'ombra anche su una giovinezza passata nella Vienna asburgica, tra caffe' di lusso e musica di Strauss?

A tutte queste domande potrete avere una risposta se leggerete il romanzo che u' Scazzamurrill' vi propone oggi nel suo solito sabato letterario. Si tratta di un capolavoro della letteratura mitteleuropea e del '900 tout court. L'autore è Sandor Marai, il grande scrittore ungherese che si è suicidato con un colpo di pistola nel 1989, durante il suo esilio americano, non facendo in tempo a vedere gli sconvolgimenti conseguenti alla caduta del comunismo e il ritorno alla libertà del suo paese.

In Italia lo pubblica Adelphi col titolo "Le braci". Si legge con enorme piacere e fa riflettere sull'importanza dei valori umani e dei sentimenti, in primo luogo sull'amicizia. Un legame così solido, che neanche il più orribile dei tradimenti riesce a cancellare. E che si trasforma in nell'arma vera di "un duello senza spade".

Vi incollo una citazione dal libro. Leggetela, è grande letteratura.

-----------

(La balia) Non piangeva, era solo molto stanca perché non dormiva da sei giorni. Tornò nella stanza del malato, tirò fuori dalla sacca le provviste portate da casa e si mise a mangiare. Per sei giorni aveva lottato tenendo in vita il fanciullo con il calore del suo fiato. La contessa era rimasta in ginocchio davanti alla porta, piangendo e pregando. Erano restati tutti lì, la nonna francese, la servitù, un giovane prete dalle sopracciglia storte che entrava e usciva dal palazzo a tutte le ore del giorno. Le visite dei medici si diradarono. Il fanciullo partì per la Bretagna con Nini; la nonna francese, sconcertata e offesa, rimase a Parigi.. Naturalmente nessuno disse per quale motivo il fanciullo si fosse ammalato. Nessuno lo disse, però lo sapevano tutti. Aveva bisogno di affetto, e allorché quegli estranei si erano chinati su di lui, mentre quell'odore intollerabile lo investiva da tutte le parti, aveva deciso che era meglio morire. In Bretagna si udivano i rumori del vento e delle onde che irrompevano tra le vecchie pietre. Scogli rossastri affioravano dall'acqua. Nini, tranquilla, guardava sorridendo il mare e il cielo come se già li conoscesse. Ai quattro angoli del castello si ergevano dei tozzi torrioni di pietra grezza: in un passato ormai remoto, era di lassù che gli antenati della contessa avevano spiato l'arrivo di Surcouf, il pirata. Il fanciullo si abbronzava rapidamente e rideva spesso. Non sentiva più alcun timore, perché sapeva che loro due, lui e Nini, erano i più forti. Sedevano in riva al mare, e i lembi dell'abito blu scuro di Nini svolazzavano al vento. Tutto aveva sapore di sale, anche l'aria e i fiori. Ritirandosi al mattino, la marea lasciava dietro di sé ragni marini dalle zampe pelose, stelle di mare violacee e gelatinose e granchi dal ventre scarlatto, disseminati negli anfratti degli scogli rossastri lungo la riva. Nel cortile del castello c'era un fico pluricentenario, simile a un saggio orientale che ormai sappia raccontare solo storie estremamente semplici. Sotto il suo fitto fogliame si annidava una frescura dolce e profumata. Verso mezzogiorno, mentre il mare mormorava trasognato, il fanciullo sedeva lì in silenzio insieme alla balia.

«Diventerò poeta» disse una volta, alzando lo sguardo con la testa piegata di lato. Il vento gli scompigliava i riccioli biondi, mentre contemplava il mare tra le palpebre socchiuse. La balia lo abbracciò, gli prese il capo e se lo strinse al petto. Disse:
«No, tu diventerai un soldato».
«Come il babbo?» disse il fanciullo scuotendo il capo. «Anche il babbo è un poeta, non lo sai? Pensa sempre ad altro».
«E' vero» rispose la balia sospirando. «Non andare al sole, angelo mio. Ti verrà mal di testa».

Rimasero a lungo così, seduti sotto il fico. Ascoltavano il mare: il suo mormorio aveva qualcosa di familiare. Era simile a quello delle foreste di casa loro. Il fanciullo e la balia pensavano che a questo mondo vi era qualcosa in comune fra tutte le cose.

Add to Technorati Favorites
Pannasmontata clock
Pannasmontata calendar Locations of visitors to this page
bloggers for equity

Amnesty International AMREF
Croce Rossa Italiana International Helsinki Federation for human rights Action aid
Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati Unicef
AISM Progetto Calcutta
Manitese
L'Italia ripudia le mafie: NON LASCIAMOCI SOLI - www.ammazzatecitutti.org Ricostruiamo Onna Byoblu.Com - Il Videoblog di Claudio messora Free Blogger mamme2-0 Orsi della luna Scudo della Rete