Pasolini sulla televisione
"Secondo me la televisione è più forte di tutto questo: e la sua mediazione, ho paura che finirà per essere TUTTO. Il Potere vuole che si parli in un dato modo: ed è in quel modo che parlano gli operai appena abbandonano il mondo quotidiano, famigliare o dialettale in estinzione (estinzione più lenta, però, della storia che attua il superamento). In tutto il mondo ciò che viene dall'alto è più forte di ciò che si vuole dal basso. I tecnici cinesi nello Yemen sono carismatici. Sono scesi dal cielo a costruire strade e a portare pere in scatola. Non c'è parola che un operaio pronunzi in un intervento, che non sia "voluta" dall'alto. Ciò che resta originario nell'operaio è ciè che non è verbale: per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo. Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere."
(1970)
"Io da telespettatore, la sera prima e un'infinità di sere prima - le mie sere da malato - ho visto sfilare, in quel video, un'infinità di personaggi: la corte dei miracoli d'Italia - e si tratta di uomini politici di primo piano, di persone di importanza assolutamente primaria nell'industria e nella cultura: spesso persone di prim'ordine anche oggettivamente. Ebbene, la televisione faceva e fa, di tutti loro, dei buffoni: riassume i loro discorsi facendoli passare per idioti - col loro sempre tacito beneplacito? - oppure, anziché esprimere le loro idee, legge i loro interminabili telegrammi: riassunti, evidentemente, ma ugualmente idioti: idioti come ogni espressione ufficiale. Il video è una terribile gabbia che tiene prigioniera dell'Opinione Pubblica - servilmente servita per ottenerne il totale servilismo - l'intera classe dirigente italiana."
(1966)
"Come si potrebbe definire il male 'contrario all'umanità' della televisione? Non credo che sia possibile una sola definizione ma varie ipotesi. Basta però pensare una cosa: come viene presentato tutto, uomini, fatti, cose e idee? Tutto viene presentato come dentro un involuco protettore, col distacco e il tono didascalico con cui si discute di qualcosa già accaduta, da poco, magari, ma accaduta, che l'occhio del saggio - o chi per lui - contempla nella sua rassicurante oggettività, nel meccanismo che, quasi serenamente e senza difficoltà reali, l'ha prodotta. E' insomma, sempre, una mente ordinatrice dall'alto, che presentando le informazioni, e riassumendo i messsaggi, opera la selezione delle notizie (e dà quindi un quadro diverso dell'Italia)".
(1966)
Etichette: Politica
2 Comments:
Pasolini è stato un grande uomo prima che in tutte le sue attività.
Peccato che gente come Veltroni (intellettuale) che l'ha conosciuto e vissuto non ha assorbito l'essere di Pasolini e tutti i suoi insegnamenti di vita.
9:54 AM
Grazie per aver condiviso digitalmente queste parole!
11:37 AM
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