Torremaggiore Saudita /3
U' Scazzamurrill' procede nella sua campagna per la produzione di biocarburanti. Secondo lo gnomo, l'agricoltura torremaggiorese dovrebbe riflettere sul suo futuro e valutare anche questa possibilità. Dopo due primi post, con Torremaggiore Saudita /3 entriamo un po' più nello specifico...
Il bioetanolo usato come carburante per l'autotrazione non è mica una roba nuova. Già ai primi del '900 Henry Ford, il padre della produzione di massa di auto, ne promosse l'utilizzo. Nel 1938 gli impianti della Ford del Kansas producevano già oltre 50mila t/anno. L'interesse americano per l'etanolo scemò dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza dell'enorme disponibilità di olio e gas, ma negli anni '70, a seguito del primo shock petrolifero, se ne riprese a parlare e, alla fine del decennio, diverse compagnie petrolifere misero in commercio benzina contenente il 10% di etanolo, il cosiddetto gasohol, avvantaggiandosi del cospicuo sussidio fiscale concesso.
Nel 1990 il Congresso Usa ha emendato il Clean Air Act, imponendo un contenuto minimo di ossigeno nelle benzine destinate alle aree metropolitane. Purtroppo, però, era più conveniente l'Mtbe. Oggi però, per casi di contaminazione delle falde acquifere, si sta cercando di vietare il Mtbe e così l'etanolo si ripropone, vista anche la necessità sempre di ridurre le emissioni di CO 2 .
Il bioetanolo è un alcol (etanolo o alcool etilico) ottenuto mediante un processo di fermentazione di diversi prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri. Tra questi ci sono i cereali (mais, sorgo, frumento, orzo), le colture zuccherine (barbabietola e canna da zucchero), frutta, patata e vinacce.
Il bioetanolo può essere utilizzato direttamente come componente per benzine o per la preparazione dell'Etbe (EtilTerButilEtere), un derivato alto-ottanico alternativo all'Mtbe (MetilTerButilEtere).
Il costo di produzione è pari a circa due volte quello della benzina, il bioetanolo è reso conveniente dalle agevolazioni fiscali (abbattimento dell'accisa) e da finanziamenti di origine governativa legate al fatto che è una fonte rinnovabile d'energia. Recentemente le organizzazioni dei coltivatori italiane hanno siglato accordi per cercare di incrementare la produzione.
Il bioetanolo può essere aggiunto alla benzina per una percentuale fino al 30 per cento, senza che ci sia la necessità di modificare il motore. Invece, adottando alcuni accorgimenti tecnici, può essere usato anche puro al 100% .
Dalla fermentazione dei cereali per ottenere il bioetanolo si ottiene anche sottoprodotti della lavorazione che possono essere utilizzati nella mangimistica. Nella produzione da canna da zucchero si ottiene un sottoprodotto, denominato bagassa, che può essere usato per la coproduzione di energia elettrica e calore (cogenerazione).
Il rendimento di bioetanolo, a partire da cereali, si aggira intorno al 30% (30 kg di etanolo da 100 kg di cereali fermentati). Per i mangimi ottenuti come sottoprodotto si può stimare una resa più o meno analoga. In alternativa, il bioetanolo può essere prodotto a partire da biomasse di tipo cellulosico, ovvero dalla gran parte dei prodotti o sottoprodotti delle coltivazioni. In questo caso la biomassa viene idrolizzata per trattamento con acido solforico per produrre zuccheri che successivamente vengono inviati alla fermentazione utilizzando flore batteriche modificate geneticamente. Anche se impiega materie prime meno pregiate, questa seconda via è ancora molto costosa (30-40% in più rispetto alla fermentazione classica).
P.s. U' Scazzamurrill' ha preso in parte questa presentazione dal sito http://www.progettomeg.it/bioetanolo.htm
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