Chi dorme nei Ds? - l'analisi dell'Anonimo rosa
U' Scazzamurrill' ospita quest'ulteriore contributo dell'Anonimo rosa per due motivi. Il primo è ovvio: lo trova estremamente lucido e condivisibile. Il secondo è che l'Anonimo rosa, con queste parole, dà la stura a un dialogo sul ruolo che i Ds (ma, secondo me, il discorso va addirittura al di là dei Ds) debbono assumere nella politica torremaggiorese. Spero che alle intelligenti parole dell'Anonimo rosa seguano altri interventi di tenore simile o diverso. Come ho già anticipato, u' Scazzamurrill' darà il più ampio spazio possibile al dibattito.
Molti giovani a Torremaggiore hanno attraversato per poco o lungo tempo il caro vecchio PCI dal quale ahimé è nato, dopo vari dolorosi passaggi, l’attuale DS. Nel percorso fatto per arrivare fino a qui si sono persi pezzi importanti di linguaggio politico di sinistra, di senso della morale, del rigore e della diversità ( temi proposti nel dibattito politico dal compianto Berlinguer).
C’è stato un pauroso revisionismo storico che ai margini della vita politica ha prodotto effetti deleteri. Se i “compagni” diciamo più formati e forgiati dalle vecchie ideologie hanno saputo abbandonare le tradizionali categorie politiche e criticamente adeguare la loro militanza ai temi e ai comportamenti progressisti e ulivisti indispensabili alle nuove alleanze, i più sprovveduti sono sprofondati: hanno capito che la politica poteva diventava anche investimento a rendere, impresa, voglia di governo e sottogoverno, ricerca dell’utile personale a scapito del bene comune.
Questo non significa buttare fango, semplicemente prendere atto che la smania di governo ha fatto perdere la bussola e si è creato un distacco tra i gruppi di direzione e di potere e il resto degli iscritti e dei militanti più sinceri e per questo più ingenui. Si è dato poco ascolto ai problemi dei tanti e si è cercato di accogliere le esigenze clientelari e di collocazione degli amici più vicini, quelli che in un certo modo garantiscono il consenso, (finché dura). Si è prodotta una scollatura tra i vertici e i gruppi di movimento, di opinione, la cosiddetta società civile, cogliendo di essa solo le rappresentanze più significative di un certo status symbol e scaricando le rappresentanze più conflittuali ed estremiste.
E’ forse estremismo parlare di salvaguardia ad oltranza dell’ambiente in luoghi come i nostri dove si è fatto scempio del territorio? Parlare di antenne e servitù di comodo? Di lottizzazioni selvagge? Di esternalizzazioni a perdere di servizi e gestione impianti? Di Cooperative sociali dove maturano nuove forme di caporalato per la selezione degli operatori? DI servizi pubblici allo sfascio? Di opere pubbliche immobili? Di una Città degradata...E tante altre cose di cui alcune già segnalate negli interventi d’U’Scazzamurrill’.
Nel DS attualmente la tensione politica si aggrega o disaggrega attorno a due pensieri principali:
1. i vecchi amministratori e i loro sostenitori che devono difendere posizioni di potere e non possono ammettere che quando erano al governo locale non si sono distinti per efficienza , trasparenza, disponibilità, come era giusto che fosse;
2. quelli che non hanno condiviso il potere, che sono stati critici e che hanno fatto opposizione interna senza incidere sul cambiamento. Tra loro sono maturati nel corso degli anni passati tanti giovani: alcuni sono andati via perché fatti fuori, altri sono emigrati, altri hanno fatto strada e sono diventati integrati e omologati, altri ultimamente, stanno emergendo e hanno bisogno di crescere.
A chi tocca intervenire? I più smaliziati sono un po’ compromessi e sono distratti dal loro operato, i più puri sono ancora deboli. Questo paese fagocita tutto e tutti. Si ha voglia di restare per cambiare e contemporaneamente si ha voglia di mollare scappare chiudersi nel privato.
Mettiamo al centro i problemi del lavoro, dell’imprenditoria giovanile, dell’occupazione delle donne, del miglioramento della produzione agricola e della trasformazione dei prodotti, della legalità e del rispetto delle regole, della scuola pubblica e formazione professionale. Su questi temi possono crescere i giovani, per dare risposte a se stessi e agli altri.
Chiedo scusa agli amici che leggono, se i miei interventi non sono spiritosi, non fanno riferimento a fatti e persone. Mi piaceva dare un contributo d’interpretazione e con esso rilanciare sempre la speranza di migliorare questo nostro paesello dove dovrebbero esserci molti più scazzamurrill’ a disturbare la quiete dei benpensanti o degli arrivati.
Anonimo rosa
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