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U' Scazzamurrill' appare all'improvviso. E' uno gnomo simpatico e dispettoso, che mangia solo frittelle e regala tarì, le antiche monete del Regno di Napoli, alle belle ragazze. Da tempo a Torremaggiore non si vedeva più. Ma oggi ha deciso di riapparire...

domenica, marzo 19, 2006

Il ritorno del Colonnello


"Scazzamurri' t'acciiiiiiiiiiiiiiiiiid'". Un risveglio nel terrore per lo gnomo. L'urlo terribile lo butta giù dal fungo che funge (appunto) da letto. "Chi sei? che vuoi?", gli risponde u'Scazzamurrill' mettendosi in atteggiamento difensivo...

- Ah, scusa, deformazione professionale, t'aveva ruspigghia' dolcemente, ma poi lo spirto ch'entro mi rugge ha preso il sopravvento - gli risponde l'uomo che non perdo tempo a descrivere perche' lo vedete in fotografia.
- Ma tu sei Michele Caruso, il famoso brigante!
- Brigante a ssor't'. E chiamami Colonnello, perche' io sono stato colonello dell'armata (diciamo così) informale borbonica.
- Mi scusi Colonnello...ma come mai lei parla così forbito? In fondo lei non era che un misero cavallaro...
- Scazzamurri' e che cacchio. In più di 140 anni un po' d'italiano l'aije' pur' mpar't'. Dopo che quei figli d'una cagna, quei piemontesi senzaddio, e quei traditori venduti m'hanno fatto passare a miglior vita, ho diviso la mia stanzetta all'Inferno con un tizio marchisciano tutto stortignaccolo che ha il cognome come un'esotica fiera...aspi'....Ghepardo...
- Ghepardo...ah! ma non vorrà dire Leopardi?
- Sin' ti' raggion'...e quello m'ha dato un po' di lezzioni d' tagliano....
- Ah capisco...ma che ci fa all'inferno Leopardi?
- Embe'...tu sai che quando uno ie' tropp' intelliggent' difficilmente gli si schiudono le Porte del Paradiso. San Pietro non ama che lo si corregga. Sto cacchio di Ghepardo quando è arrivato là, alle porte del Paradiso, ha sentito che S. Pietro gli diceva: "Aspettavo che arrivavi". E quill', u' Ghepard', che ti fa stu scem'? Lo corregge: "Prego, San, si dice che ARRIVASSI". Mbe' San Pietr' s'è ncazz't' e l'ha mann't' all'inferno...
- Ah capisco - dice u' Scazzamurrill' - ma cosa cerchi da me?
- Devo dogliarmi perche' steng' proprije 'ncazz't. Da puro spirto infernale quale sono, mi sono preso una licenza premio. E ho pensato di farmi un giro per il mio paese, Torremaggiore.
- Ah capisco, e quindi?
- E quindi? Eccheccazz'...com' t' gir' e com' t'avut' ci stanno statue di santi e di madonne. E le vie? Sono dedicate a prev't' e a cosiddetti eroi del sedicente risorgimento ...
-Embe'?
- E io? Noi?
- Ma voi eravate briganti - dice l'imprudente Scazzamurrill'
- Ancor' cu' stu' brigant'...allor' t'è proprije tagghia' i cannarozz'??? - gli risponde il Colonnello agitando un coltellaccio grande come un machete...
- Scusa, scusa, ma non puoi negare che non foste proprio dei santi.
- Eravamo in guerra e abbiamo perso. Tutto qui. La storia dei vincenti ci ha denigrati per 140 anni e più. Ma oggi, cazz', potete pure ricominciare un attimo a riflettere sul vostro passato. E, insomma, non è ca' i' voje u' nom' sop'a str'd' o u' monument'...Ne' lo vogliono i miei compagni: Cerrito, Fraschillo, Giacomo Leone, Tittariello e tanti altri. Ma insomma, è per il bene di voi meridionali viventi. Le ricchezze del Meridione le hanno spogliate. Dopo il terremoto del Friuli, in 8 anni non c'era più una baracca; in Belice dopo 38 ancor' mo' i stann' luvann'. E non è perche' i siciliani so' scem'. E' che al Friuli hanno dato il triplo dei soldi del Belice. Tutto qua. Mic' sim' cchiu' scem' o inferiori ai settentrionali.
- Vabbe', lo capisco. Ma mi sembra una polemica un po' vecchia.
- No ancora non lo capisci. E' un fatto di dignità. Per 140 anni vi hanno insegnato a scuola, i comici, anche i vostri stessi genitori che la nostra inflessione dialettale è scorretta, brutta, inelegante. Bisognava avere un bell'accento settentrionale...eccheccazz...ancora qualche giorno fa è sentut' quillu strunz' del ministro Castelli ca d'cev' col suo accento bruttissimo lombardo a Di Pietro, che c'ha n'accent' simile al nostro, che non "sa parlare neanche in italiano". Se fossi stato già in permesso premio, fuss' iut' nello studio di Porta a Porta e a Castelli l'avess' tagghiat' i recchije e ci fuss' appess' au' nas', stu strunz'.
- Capisco, ma è un problema di cultura e di autostima che non si supera così facilmente
- Scazzamurri' ti' raggion'. A Torremaggiore, per esempio, la cultura non esiste. L'amministrazione par' ca' n'i' frec' nent'. I libri della biblioteca marciscono...il castello è occupato dai giudici di pace. E del nostro passato, non gliene fotte niente a nessuno. Fann' na specije d' corteo storic'...ma che je' dda cos' lla'? La verità è che se non si programma una seria politica culturale, si perde il senso delle proprie radici...fattatill' dic' da me. E, se si perde il senso delle radici, si perde anche la capacità di programmare il futuro e si sbanda. Manca la dignità d'un'appartenenza. Quindi si riempie il paese di mattoni, di antenne, gli si mettono le corna...non si sa più da dove si viene, quindi non si sa neanche dove andare.
- 'Azz Caru', ma sei diventato veramente acculturato
- Scazzamurri', all'inferno teng' temp' assa'. E studio, imparo. Cussì agghije capit' ca' stu curtell' n'avv'l' cchiù, non serve più. So' brigant' comm'apprim', ma ormai uso la testa...
- Ci rivedremo, Colonnello?
- Al prossimo permesso premio - dice Caruso e svanisce in una nuvoletta di fumo. Poche ore dopo, al risveglio, i torremaggioresi troveranno tutte le statue del paese decapitate e le targhe che indicano le strade coi nomi di Garibaldi, Mazzini, Cavour, a terra spaccate in tre. I soliti vandali?

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sorgono statue, si inneggia ai santi, si radono al suolo gli alberi: a Torremaggiore si applica l'eutanasia.
FERMIAMO LA MORTE DEI NOSTRI ALBERI
Per effetto di un bel progetto ingegneristico il “vecchio” triangolo alberato di pini della nostra pineta potrebbe trasformarsi fra pochi giorni in una piazzetta “stile rotonda sul mare”, un anonimo spazio a cemento e mattoni, con alberelli che impiegheranno anni a crescere.
La pineta da circa un secolo identifica il paesaggio ambientale di Torremaggiore.
Gli alberi di pino impiantati in passato hanno vissuto delle loro riserve naturali; quando si sono ammalati ( maledetta processionaria!) non sono stati curati a dovere, anzi le cure sono state negate. Anche ora, che la malattia è diventata grave e dilagante, si continua a non fare nulla o poco. Nella pineta sono stati estirpati alcuni alberi più malandati, altri ha pensato il vento a spazzarli via. Gli alberi mancanti non sono stati sostituiti come promesso. Al loro posto è rimasto il vuoto che da spazio al sole di picchiare cocente.
La stessa sorte di condanna a morte inesorabile ora è riservata ai pini del triangolo: piante ultrasettantenni, le cui radici ramificate e robuste affiorano paurosamente dallo strato di catrame con cui sono state coperte.
E’ giusto far morire questi pini malandati? , solo perché grandi, storti, mai raddrizzati, mai potati, mai irrorati, mai curati?
Noi diciamo che possiamo ancora salvarli!
E’ vero, l’intervento di risanamento in quel punto della Città si rende indispensabile. Va rimosso l’innominato “mostro sotterraneo”, va pavimentata una parte dello spazio.
E’ vero, le città non devono essere immutabili se le esigenze di funzionalità moderna lo rendono indispensabile.
Ma qui il problema è un altro : è il rapporto con le nostre identità. L’ambiente non si sostituisce, l’ambiente tradizionale si migliora, si risana, si recupera tutto ciò che può ancora avere valore e questo deve essere stabilito attraverso un vero confronto tra l’ambiente com’è e come potrebbe essere se ci prendessimo cura di esso. Anche l’immagine di questa nostra città potrebbe essere cambiata, ma attorno a questa necessità deve sorgere una discussione sulla città, deve concretizzarsi il consenso.
E’ l’intera comunità che deve decidere di svestire un abito per indossarne un altro.
Cambiamo questo progetto !
Prendiamoci cura dei nostri alberi ed evitiamo la desertificazione della Pineta. Essa è da sempre il luogo dell’incontro, del gioco, del riposo , della festa. Rimboschiamola, smettiamola di parlare parlare parlare senza agire.
Mettiamo in atto piani d’intervento di cura e risanamento, ma evitiamo di uccidere le piante solo perché sono scomode, richiedono cure e manutenzione per se stesse e per i luoghi in cui sono impiantate.
Fino a circa vent’anni fa i bambini a scuola erano educati alla festa dell’albero. In presenza della massime autorità cittadine simbolicamente si piantava un alberello perché i bambini si prendessero cura di esso.
Piantiamone tanti per salvarli tutti.

12:03 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Peccato che i briganti hanno imparato a redimersi e farsi una cultura anche se "infernale", mentre chi dovrebbe promuovere la cultura nella nostra moderna città non trova il modo di salvare i suoi libri tuttora mal conservati.
A proposito lo la U' scazzamurrill' dove sono stipati gli oltre 60.000 volumi che ci vantiamo di possedere per la gioia della muffa ? facciamo una caccia al tesoro? cissà come li salveremo questi libri dall' idiozia della burocratica attesa di trovare una soluzione, non intelligente, semplicemente logistica :un altro luogo ( il 2°) anche provvisorio che li possa contenere in attesa che il restauro o recupero che dir si voglia del castello vada a buon fine; sempre che tra le varie menate in giro per il palazzo non si trasformi tutto in bolla di sapone : quanti ingegneri, architetti, esperti, sempre a consulto in cerca di soluzioni che non si intravedono. Basteranno mai i soldi finanziati a recuperare un castello che fa acqua ? Non è una battuta. Il castello fa veramente acqua. Sotto c'è dell'acqua e quando piove, ultimamente succede sempre più spesso, entra acqua da tutte le parti. Gli spazi della cultura si restringono sempre di più. Fra poco basterà una stanza a contenere il residuo della cultura nel nostro paesello che non diventa più bello, ma più bruttarello.

12:21 AM

 
Anonymous Anonimo said...

....cosa aggiungere alle cose esposte in maniera chiarissima dai nostri amici anonimi. Non posso dire nient'altro sono d'accordo con entrambi e dico solo che l'urbanistica moderna và concertata! Non imposta!

9:40 AM

 

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